Comunicato Stampa – Caso del Generale VANNACCI. Il Sindacato Unico dei Militari a favore della libertà di pensiero.

Comunicato Stampa – Caso del Generale VANNACCI. Il Sindacato Unico dei Militari a favore della libertà di pensiero.

SERVIZIO:CASO DEL GENERALE VANNACCI. IL SINDACATO UNICO DEI MILITARI A FAVORE DELLA LIBERTÀ PENSIERO. “ANCHE SE NON CONDIVIDESSI LE TUE IDEE, FAREI DI TUTTO PER CONSENTIRTI DI ESPRIMERLE”.

Sulla vicenda che ha coinvolto il Generale Vannacci e il libro da lui scritto, “IL MONDO AL CONTRARIO” intendiamo esprimere la nostra posizione a favore della libertà di pensiero costituzionalmente garantita a tutti i cittadini della Nostra Repubblica. Con molta cautela non ci siamo uniti al coro del “CRUCIFIGE CRUCIFIGE OMO CHE SE FA REGE “, perché nonostante qualcuno abbia attribuito al generale manie di grandezza e discendenze regali o imperiali, riteniamo invece che uno dei passaggi incriminati sia un tentativo di esprimere le proprie idee sulla salvaguardia della nostra cultura. Quindi cosa abbiamo fatto? Abbiamo acquisito copia del libro e dopo averlo letto (sono 373 pagine) sinceramente abbiamo avuto qualche difficoltà a comprendere il perché di questa furia scatenata contro il generale Vannacci.
Premettiamo che non condividiamo alcune posizioni del generale espresse nel suo libro, però riteniamo che anche queste contestualizzate all’interno dei capitoli in cui sono stati scritti non avevano connotazione offensiva e/o denigranti di alcune categorie o etnie. Anche il passaggio sulla pallavolista Egonu, non è un inno alla difesa della purezza razziale, ma un tentativo di affermare che la campionessa del volley non richiama i canoni tradizionali italici, dimenticando però che storicamente alcuni dei nostri illustri avi (imperatori, senatori romani, letterati) avevano origini puniche o nordafricane. Per coloro che chiedono a gran voce punizioni esemplari contro chi ha osato scalfire alcuni totem del pensiero unico, ricordiamo sinteticamente cosa prevede la normativa specifica applicata al personale militare (chiamata appunto Codice dell’Ordinamento Militare). L’applicazione della sanzione di stato della sospensione precauzionale dall’impiego per motivi disciplinari, non è a nostro avviso applicabile in quanto non riteniamo che i fatti contestati dagli strilloni di una parte della carta stampata, abbiano una tale rilevanza da richiedere la rimozione dal grado. Ci appare poi bipolare l’atteggiamento garantista a giorni alterni, di chi da una parte consente di progredire nella carriera a personaggi che sono stati rinviati a giudizio o addirittura condannati con sentenza grave passata in giudicato e dall’altra chiede pene esemplari per il reato di opinione.
Sul fatto che potesse o non potesse manifestare le proprie idee in questo libro, a questo punto attendiamo la conclusione dell’indagine disciplinare annunciata giustamente dal Ministro Crosetto (avviare non significa condannare a priori) e che verrà condotta internamente da ufficiali generali di grado superiore a quello dell’interessato (cioè generale di corpo d’armata). Ma ricordiamo che in ogni caso la parola definitiva su questa vicenda potrà essere data, a garanzia del generale VANNACCI, dagli organi della giustizia Amministrativa nazionali che in alcuni recenti casi hanno ribaltato i giudizi espressi in sede disciplinare. È possibile che il generale VANNACCI abbia informato i propri superiori in merito alla pubblicazione del libro. Se qualcuno avesse ravvisato gli estremi per in infrazione disciplinare forse avrebbe potuto “fermare” l’azione del generale. In merito poi alla anormalità del generale Vannacci (da lui stesso espressa nel libro), ci piace ricordarlo come Comandante in Teatro Operativo (Iraq), nominato datore di lavoro, si prodigò per la tutela della salute del proprio personale, sulla possibile esposizione a agenti a rischio per la salute (si faceva riferimento a possibile uranio impoverito), entrando in contrasto con i Vertici Militari di allora (che sono poi gli stessi di oggi).
In quella circostanza venne ascoltato dall’allora Ministro della Difesa Elisabetta Trenta che ne tutelò l’azione.
In sintesi, come Sindacato Unico dei Militari ci poniamo dalla parte di chi difende il sacrosanto diritto di esprimere la propria libertà di pensiero e/o di scelta. Lo abbiamo fatto difendendo i nostri colleghi che sono stati sospesi dall’attività lavorativa per non avere aderito all’obbligo vaccinale e lo faremo sempre per difendere i diritti costituzionalmente riconosciuti dei nostri colleghi di qualsiasi grado o appartenenti a qualsivoglia categoria.
Forse tutto questo clamore si sarebbe potuto evitare se qualcuno avesse fatto un’analisi testuale dei brani incriminati e li avesse contestualizzati nei capitoli di riferimento. Alla fine ci torna utile ricordare una massima del grande maestro Andrea Camilleri “Non basta leggere, bisognerebbe anche capire. Ma questo è un lusso che non tutti possono permettersi”.
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