Comunicato Stampa – Il S.U.M. scrive al Ministro della Difesa, impiego dei militari durante concorso in magistratura.
IL SINDACATO UNICO DEI MILITARI SCRIVE AL MINISTRO DELLA DIFESA, IMPIEGO DEI MILITARI A CONTROLLO DELLE PROVE DEL CONCORSO IN MAGISTRATURA SVILISCE IL RUOLO DELLE FORZE ARMATE. SEGNALATE ANCHE CRITICITÀ’ LOGISTICHE.
Abbiamo appreso dalla lettura di alcune testate giornalistiche on line che alcuni militari dell’Esercito appartenenti all’8° reggimento bersaglieri, inquadrato nella Brigata Garibaldi, sono stati impiegati come “controllori” durante le prove scritte del concorso in magistratura a Roma e “anche per consegnare penne e fogli ai candidati”.
Ai nostri colleghi è stato affidato il compito di vigilare sul normale svolgimento della prova del concorso per supporto logistico insieme a finanzieri e polizia penitenziaria. In pratica sono stati schierati dei militari “per impedire alle centinaia di ragazzi e ragazze presenti, di copiare”, oppure “di portare dentro l’aula alimenti non permessi o bottiglie non trasparenti o regolare l’accesso all’aula”.
Pur non volendo entrare nel merito dell’inconsueta tipologia di impiego dei nostri soldati, che in un certo modo svilisce la professionalità di chi si addestra tra mille difficoltà per ben altri compiti istituzionali, maggiormente aderenti alla realtà geopolitica del momento, il S.U.M., ha segnalato altresì le condizioni logistiche riservate al personale dell’Esercito durante le giornate di impiego quali controllori di esami.
Infatti, mentre i colleghi della Guardia di Finanza hanno avuto la possibilità di poter pranzare con ticket e poter fruire di pasti caldi, sembrerebbe che i nostri bersaglieri abbiamo ricevuto il tradizionale “sacchetto viveri” che ha sostituito i tre pasti principali della giornata (colazione, pranzo e cena). Questo, in quanto, per poter raggiungere i check point concorsuali, i nostri colleghi (che non alloggiavano in città ) sono stati costretti a “levatacce mattutine” e rientri in tarda serata.
Pensavamo che il tradizionale sacchetto viveri con la evergreen scatoletta di tonno fosse ormai retaggio del passato, invece apprendiamo con disappunto che, nonostante il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito pro tempore, nel fornire riscontro a una delibera della rappresentanza avesse disposto che “il ricorso al sacchetto viveri, per dei servizi isolati è da intendersi quale strumento assolutamente residuale, per l’espletamento di quei servizi che, per la particolare natura e/o per la modalità di svolgimento, rendono impossibile il ricorso ad altre forme di somministrazione del pasto e avendo sempre cura dell’immagine e del decoro del personale militare e della Forza Armata”, si continui a fare ricorso a queste forme di somministrazione di pasto che di decoroso hanno ben poco.
Abbiamo dunque scritto, al Ministro chiedendo un
autorevole intervento in merito alla tematica riscontrata. Inoltre, attendiamo di essere urgentemente convocati dallo Stato Maggiore dell’Esercito per partecipare al tavolo tecnico sul servizio di vettovagliamento, già a suo tempo preannunciato dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ciò in quanto le criticità segnalate dai colleghi non sono riconducibili al solo sacchetto viveri ma a delle situazioni inaccettabili riscontrate in alcune strutture di Forza armata e anche interforze. “L’impiego dei bersaglieri quali deterrenza per la corretta esecuzione degli esami in magistratura, ci fa pensare a un cambio di rotta sulla revisione della postura di difesa e deterrenza del nostro Esercito, conclude ironicamente il Presidente del S.U.M..
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