Comunicato Stampa – Ritirati gli emendamenti all’ AS 685. I nostri iscritti si sentono presi in giro
LAVORO:RITIRATI GLI EMENDAMENTI ALL’AS 685. SINDACATO UNICO DEI MILITARI, I NOSTRI ISCRITTI SI SENTONO PRESI IN GIRO.
Il Sindacato Unico dei Militari (S.U.M.) esprime il proprio disappunto per come si e’ miseramente conclusa la vicenda degli emendamenti presentati da alcuni senatori della maggioranza On. Russo, Leonardi, Berrino, Zatta e Rullo all’ AS 685 (decreto lavoro) volti a:
− sanare la situazione del personale militare che assiste da tanti anni un familiare con situazione di grave disabilità;
− aumentare gli anni di permanenza presso i reparti vicini alla famiglia dei militari che assistono figli minori (ex 42 bis);
− trasferire definitivamente chi da tanti anni ricopre cariche politiche locali.
Con il nostro Ufficio Studi, abbiamo seguito fino a ieri pomeriggio i lavori parlamentari relativi all’Atto Senato 685 per la conversione in legge del Decreto Lavori. Pensavamo che fosse la volta buona e che con l’approvazione degli emendamenti descritti le nostre colleghe e i nostri colleghi potessero finalmente trovare un po’ di stabilità e non venissero considerati dei “figli militari di un Dio minore” solo perché si prendono cura di figli minori e di parenti disabili o ricoprono cariche politiche locali. Purtroppo abbiamo amaramente scoperto che gli emendamenti erano stati ritirati.
Ricordiamo che già nel 2020 il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia aveva espresso la volontà di sanare questa situazione.
Si dicevano allora:
“Con il progressivo invecchiamento degli uomini e delle donne delle nostre Forze Armate e il mancato ringiovanimento delle stesse, causato dell’ormai fallimentare legge 244 del 2012 (la settimana prossima inizia in Commissione la discussione sulla nostra proposta di legge), sono aumentati i casi di militari ammessi ai benefici di cui alla legge 104 del 1992 e legge 267 del 2000. Poiché dopo 15 o 20 anni, gli uomini e donne che usufruiscono dei medesimi vantaggi devono ritornare al proprio reparto d’appartenenza, abbiamo proposto al Governo, attraverso un emendamento alla legge di Bilancio, giudicato poi inammissibile, di permettere loro di rimanere nella sede provvisoria”, così allora i Deputati di FdI della Commissione Difesa, Deidda, Ferro e Galantino, aggiungendo:
“Ci abbiamo riprovato anche con un’interrogazione, chiedendo che dal quinto anno (7 anni potrebbero essere una giusta mediazione), il militare possa stabilizzarsi definitivamente, attraverso l’assenso del proprio comandante ovvero con un provvedimento espresso dallo Stato Maggiore, ma nulla di fatto. Il Governo ha espresso comunque parere contrario. Nelle more della riforma 244 e della legge di reclutamento sarebbe giusto dare più stabilità a chi si è costruito una vita”, concludono Deidda, Ferro e Galantino.
Perché adesso tale provvedimento non può trovare attuazione visto che i predetti parlamentari fanno parte della squadra di Governo?
Quello che temiamo e per questo abbiamo chiesto spiegazioni anche allo Stato Maggiore dell’Esercito (attendiamo risposte), è che come riportato nel Rapporto Esercito 2022 e anticipato in audizione dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito il 16 febbraio 2023 si voglia privilegiare:
“il bisogno di sviluppare nel prossimo futuro un nuovo Modello Esercito da dimensionare organicamente in senso incrementale, ricercando al contempo l’inversione del rapporto tra il personale in servizio permanente e quello in ferma prefissata, e il corretto bilanciamento tra le tutele sociali e i doveri del personale militare. Al riguardo l’Esercito auspica fortemente un intervento normativo per tener conto della specificità dello status di militare e assicurare così la piena operatività dello Strumento militare in caso di stato di emergenza connesso a eventi bellici o crisi internazionale”.
Sulla tutela dei diritti costituzionalmente riconosciuti di cura dei minori e dei disabili intendiamo vigilare per evitare strane derive restrittive.
Pertanto, auspichiamo che gli emendamenti ritirati, vengano al più presto presentati e approvati con il primo provvedimento normativo utile.
Al riguardo, preannunciamo che nei prossimi giorni scriveremo al Ministro della Difesa Guido CROSETTO e pubblicheremo una lettera pervenutaci dalla consorte di un nostro iscritto che da anni più di 7 anni presta servizio in un reparto in Campania per prendersi cura di un parente di primo grado disabile. Inoltre, ci faremo promotori di proposte emendative alle tematiche analizzate evitando che le decretazioni relative a un trasferimento definitivo possano essere, per legge, sottoposte al vaglio dei diretti superiori.
Non si gioca con le aspettative e le speranze delle famiglie dei militari.